Il gatto e la volpe nel web

Accordo con Federconsumatori Milano

UN ACCORDO STRATEGICO

L’associazione di promozione sociale Il gatto e la volpe nel web ha stipulato un accordo con FederConsumatori Milano, associazione che da oltre 30 anni opera con competenza e professionalità nella difesa dei diritti dei consumatori e che ha promosso molteplici iniziative tra incontri, dibattiti, conferenze, ricerche e campagne informative a livello locale, nazionale ed europeo.

Con questo strategico accordo stretto dai due rispettivi Presidenti, Alessandro Norcia e Carmelo Benenti, il gatto e la volpe nel web offrirà a tutti i suoi associati un supporto a 360 gradi, non solo in tema di educazione e formazione contro le truffe online, ma anche per garantirne la tutela da pratiche ingannevoli e scorrette in molteplici settori tra cui energia, acqua, turismo, trasporti, acquisti, salute e e-commerce.

Tutti gli associati de “il gatto e la volpe nel web” avranno la possibilità usufruire di un servizio unico nel suo genere ottenendo il tesseramento con Federconsumatori Milano ad una cifra simbolica di € 10,00 (e di un tariffario per l’assistenza convenzionato) al posto di € 40,00 l’anno.

Un ulteriore servizio messo a Vostra disposizione.


Clicca sul link di seguito per leggere l’accordo

Convenzione Federconsumatori MIlano – Ass. Il Gatto e La Volpe nel Web aps

LA CASA DI “INFO-CARTA”

C’era una volta, circa un decennio fa, un piccolo gruppo di amici che ha deciso di copiare un modello di business presente da anni in America e che per primi lo hanno portato in Italia: stiamo parlando di quello che oggi è comunemente conosciuto come Info Business.

Per praticità da adesso in poi questi soggetti li chiameremo simpaticamente info-paper.

Ma chi sono questi info-paper? Se pensate essi siano degli Einstein della comunicazione o imprenditori di successo vi sbagliate di grosso: uno lavorava in albergo, un altro faceva il venditore porta a porta, un altro ancora giocava a fare l’imprenditore fallendo a destra e sinistra chiudendo società su società: signori nessuno senza alcuna competenza o esperienza nel settore del marketing e dell’imprenditoria che hanno riprodotto un modello teorico che funzionava (forse) negli Stati Uniti ma che non hanno mai testato o messo in pratica in Italia.

Il loro obiettivo non era affatto quello di riprodurre tale metodo e portare valore al mercato ma di provare a venderlo cercando di lucrare il più possibile per meri interessi personali.

Insegnanti? Formatori? Professionisti? No.
Semplicemente venditori di informazioni.

Con il passare degli anni però, non avendo mai avuto alcuna esperienza sul campo, questi soggetti non hanno fatto altro che arrecare danni al mercato: la maggior parte dei loro follower (imprenditori, professionisti e molti, moltissimi opportunity seeker, successivamente rinominati “studenti”) hanno speso soldi su soldi per seguire i loro seminari e comprare i loro corsi ottenendo pochi risultati tangibili: e quando si entrava nello specifico o nel tecnico e si cercavano risposte, da questi “espertoni” non si sono mai ottenute reali soluzioni o consigli pratici.

Da qui ecco le prime lamentele e per i nostri info-paper iniziarono i primi problemi: per mettere a freno le male lingue, evitare che qualcuno parlasse male di loro e per stroncare sul nascere ogni possibile negazione, tutti coloro che si lamentavano venivano etichettati come falliti:

“Se ce l’abbiamo fatta noi e loro no, la colpa è esclusivamente la loro che non hanno saputo mettere in pratica i nostri insegnamenti”.

Col passare del tempo però, le persone che si fidarono ed affidarono ciecamente agli info-paper, iniziarono a comprendere che dietro le loro parole ed il loro modo di comunicare non vi era nulla di concreto ma solo aria fritta ed i feedback negativi aumentarono sempre più: così, per evitare questo incessante passaparola negativo, i protagonisti di questa storia coniarono il termine hater:

“Siccome loro sono invidiosi del nostro successo allora parlano male di noi”.

Passa altro tempo ed essendo privi di etica e valori, questi venditori di fuffa iniziarono ad esser seguiti sempre meno da imprenditori e professionisti ma sempre più da arrivisti tali e quali a loro: persone senza competenze, e soprattutto senza scrupoli, che li presero come punto di riferimento per imparare le loro tecniche di manipolazione ed arricchirsi alle spalle del prossimo.

E per farlo avevano un solo modo: emulare le loro gesta. Così, un branco di “sciacalli”, iniziò a copiare le loro strategie e a metterle in pratica.

Molti di loro erano già conosciuti in passato per aver accumulato ingenti somme di danaro, ma solo grazie alla promozione di truffe e schemi Ponzi: purtroppo però, continuare a truffare per troppo tempo restando perennemente invisibili non era affatto semplice quindi la strada del coaching e della formazione diventò la via maggiormente percorsa da questi cialtroni.

Inizialmente si affiliarono agli info-paper per rivendere i loro info prodotti ed ottenere anch’essi qualche briciola in più dalla torta: uno lo han promosso a “numero 1 del copy”, l’altro a “numero 1 del marketing”, un altro a “numero 1 della comunicazione”, un altro ancora a “numero 1 del posizionamento online” e così via.

Più il mercato cresceva e le possibilità di guadagno aumentavano, più il numero degli adepti incrementava sempre più.

Con il passare del tempo però, ai secondi arrivati le briciole non bastarono più e cominciarono a staccarsi dai loro mentori per intraprendere un proprio percorso di formazione personale ed accaparrarsi la fetta di torta più grande: tutto questo però andava a “cozzare” con gli interessi degli info-paper che videro la propria fetta diventare sempre più piccola.

Fin quando gli adepti avevano fatto parte della loro cricca tutto andava bene; venivano elogiati come giovani rampolli con un futuro radioso e come esempi da seguire; ma quando questi ultimi si distaccarono, gli info-paper iniziarono a denigrarli (proprio loro che per anni dissero che parlar male degli altri era solo un comportamento da hater) e, tra di loro, iniziarono a dirsene di tutti i colori.

Purtroppo questa guerra tra guru portò solo scompigli arrecando loro danni economici e di immagine; così firmarono una sorta di “tacito armistizio” trovando un’accordo per spartirsi i polli da spennare:

“Io pubblicizzo te, numero uno del network marketing, tu pubblicizzi me, numero uno del coaching”; oppure: “Io pubblicizzo il tuo corso sul posizionamento digitale, tu pubblicizzi il mio sul trading online”; o ancora: “Io pubblicizzo il tuo corso su come fare soldi con Amazon, tu pubblicizzi il mio su come guadagnare con le criptomonete”, e così via.

Purtroppo, o per fortuna, oggi siamo arrivati in un periodo storico in cui il castello di carta che questi soggetti crearono anni fa, oggi gli si sta sgretolando sotto i piedi.

Il motivo per cui sta accadendo ciò è molto semplice: se da un lato, grazie al web, gli info-paper sono riusciti a far crescer sempre più il proprio pollaio, parallelamente anche gli sciacalli si sono moltiplicati a vista d’occhio.

Fino a quando c’erano tanti polli e pochi sciacalli vi era cibo per tutti ma adesso che il numero degli sciacalli è aumentato l’unico modo che hanno per sopravvivere è farsi la guerra l’un l’altro.

E questa situazione sta generando un problema enorme per le loro tasche perché se inizialmente erano solo in pochi a spartirsi il mercato degli info prodotti oggi gli info-paper sono diventati a migliaia.

Come naturale conseguenza, i loro portafogli stanno lentamente ed inesorabilmente iniziando a svuotarsi; e siccome non hanno mai avuto alcuna competenza in nessun campo, se non attraverso la vendita di info prodotti, l’unico modo che oggi hanno per poter mantenere un determinato stile di vita, è tornare a fare ciò che facevano originariamente: ingannare il prossimo. Il brutto di questa storia?

Purtroppo questi personaggi usano le proprie “capacità comunicative” per reclutare migliaia di utenti a fare spesso investimenti illegali, dai quali lucreranno esorbitanti commissioni, e a spingerli sempre più ad acquistare i propri info prodotti anche attraverso pubblicità ingannevoli: ed essendo considerati come esperti imprenditori e comunicatori, le persone sono maggiormente propense a seguirli e ad investire i propri capitali in piattaforme scam o inutili corsi.

Per fortuna però, il bicchiere mezzo vuoto è allo stesso tempo anche mezzo pieno e in tutto ciò vi è una buona notizia.

Siccome noi tutto questo lo avevamo previsto, e sapevamo che, prima o poi, questi guru del web sarebbero tornati a fare ciò che meglio sanno fare, cioè ingannare il prossimo, in questi ultimi anni, grazie anche alle vostre segnalazioni che ci hanno permesso di ricostruire la vera storia di alcuni cialtroni (quella reale, da dove arrivano veramente, non le favolette che raccontano in articoli e publiredazionali a pagamento) stiamo ricostruendo i loro curriculum per portare alla vostra attenzione le verità nascoste su questi personaggi affinchè impariate a riconoscere i veri professionisti da questi info-paper senza etica e valori.

Abbiamo già fatto delle inchieste smascherandone alcuni e continueremo ad aprire i loro armadi per scoprire ulteriori scheletri nascosti mostrandovi la verità.

Prima o poi riusciremo a far crollare la loro casa di carta, o meglio, di info-carta e rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.

Associazione
Il gatto e la volpe nel web

E’ nata la nostra associazione

“Il gatto e la volpe nel web” è la prima community satirica e di prevenzione contro le truffe online.

Dopo oltre 3 anni di attività e su grande richiesta dei nostri utenti, tra i quali consumatori ed investitori che hanno evitato di perdere molti soldi grazie al lavoro di educazione, formazione e tutela svolto all’interno della nostra community, il gatto e la volpe nel web, con la costituzione di un’Associazione riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate, diventa la prima community social in Italia ad avere un ruolo di utilità sociale a tutela del cittadino.

L’Associazione Il gatto e la volpe nel web nasce per perseguire le seguenti finalità: promuovere e sostenere e favorire la formazione, l’educazione e l’informazione a tutela di tutti i cittadini, nella loro qualità di consumatori, risparmiatori, investitori ed utenti, allo scopo di favorire e sostenere il consumo responsabile, l’acquisto consapevole di prodotti o servizi e la difesa dalla pubblicità ingannevole, dalle pratiche commerciali abusive e scorrette e dalle forme di vendita piramidali; segnalare, combattere e ridurre i fenomeni di raggiro e scorretta comunicazione, in particolare in ambito finanziario ed economico; favorire il dialogo tra cittadini e istituzioni e il dibattito presso le sedi istituzionali al fine di promuovere iniziative normative, o integrazioni alle disposizioni di legge vigenti per la regolamentazione e l’innovazione della vendita diretta, la disincentivazione all’abusivismo finanziario e la tutela dei consumatori dalle forme di vendita piramidali.

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Trust Pilot: recensioni reali o fake?

Molto spesso gli utenti si domandano se fidarsi o meno dei feedback che si trovano all’interno della loro piattaforma.

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One Coin: Rinviati a giudizio 14 promoter italiani

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INFO-CORSI O TRUFFE?

PREMESSA

Attraverso il nostro lavoro di inchiesta e divulgazione, il gatto e la volpe nel web non solo combatte truffe, scammer e promotori di attività illegali ma anche tutti quei fuffa guru della rete che si professano insegnanti, docenti, mentori e leader del settore, che vendono corsi spacciandosi per numeri uno del proprio settore ma senza mettere in pratica ciò che insegnano.

La maggior parte di questi soggetti si promuove sui social attraverso pratiche commerciali palesemente ingannevoli, promettendo guadagni inverosimili e professandosi come insegnanti quando in realtà non lo sono; mostrano certificati senza alcun tipo di valore (molto spesso millantando titoli) condiscono il proprio curriculum con informazioni fuorvianti attribuendo qualifiche importanti all’interno di società, senza mai comunicare quali esse siano perchè trattasi solo di attività spesso illegali: promotori di schemi ponzi e sistemi piramidali che si sono arricchiti reclutando migliaia di vittime in tali attività fraudolente che hanno successivamente scelto la strada del coaching e della formazione con il mero scopo di vendere corsi e consulenze.

Secondo il nostro punto di vista, il modus operandi della maggior parte di questi soggetti li porta a commettere il reato di truffa in violazione dell’articolo 640 del Codice Penale.

IL PARERE DI AVVOCATI

A sostegno della nostra tesi abbiamo scoperto che alcuni avvocati hanno intrapreso azioni legali contro alcuni di questi arrivisti, facendo denuncia presso le autorità competenti accusandoli del reato di truffa.

Vogliamo segnalarvi alcuni punti salienti del motivo per cui questi soggetti debbano essere denunciati riportandovi alcuni passi fondamentali di una denuncia in essere contro uno di questi soggetti soffermandoci su alcuni aspetti fondamentali che riguardano anche decine di venditori di fuffa-corsi:

Si pubblicizzano in modo ingannevole corsi di formazione volti a deviare fortemente la decisione economica di un consumatore medio.

Tali corsi, irragionevolmente onerosi, generano l’idea che si possa diventare “persone esperte in uno specifico business/settore” in grado di guadagnare migliaia di euro tramite attività che non richiedono alcun investimento e che possono essere svolta comodamente da casa”.

Appare evidente che ciò non possa in alcun modo corrispondere al vero dal momento che, tali corsi, non solo sono assolutamente privi di fondamento, ma diffondono anche l’idea del “guadagno facile” senza alcun sacrificio.

L’ingannevolezza dei messaggi, risulta laddove non vi è indicazione di alcun parametro possibile per valutare l’effettiva convenienza, e dall’altra parte inducono nella falsa rappresentazione di guadagni oltre ogni ragionevole misura.

Tali messaggi risultano essere assolutamente subliminali, ed in quanto tali, nascondono al proprio interno ulteriori frasi avulse dal contesto iniziale che rimarrebbero inconsapevolmente nella memoria degli osservatori i quali, erroneamente, potrebbe essere portati a credere a tali parole.

Tutto ciò permette di affermare che i consumatori sono portati a ritenere che, tramite questi corsi dal dubbio contenuto, si possa conseguire facilmente un cospicuo profitto; spesso e volentieri inoltre, tali corsi sono facilmente accessibili ai minori e come tali facilmente influenzabili o manipolabili dal miraggio di facili guadagni.

Tali pubblicità risultano assolutamente scorrette ed ingannevoli nei confronti dei consumatori, in quanto sono predisposte con il mero scopo di creare una falsa rappresentazione della realtà nei confronti degli utenti.

Gli estremi dell’ingannevolezza di tali pubblicità sono riscontrabili nell’immediato: manipolare l’utente facendogli credere di diventare “esperti” incide senza alcun dubbio sulla debolezza dei consumatori, i quali già per definizione risultano essere parte debole nel rapporto con il professionista in genere, figuriamoci se ipnotizzato con tali tattiche ingannevoli.

Tali pratiche commerciali risultano essere scorrette ai sensi degli articoli 21, 22 e 23 del Dlg 206/2005 del Codice del Consumo: ai sensi del Codice, è necessario che la comunicazione pubblicitaria descriva in modo puntuale la natura dei servizi offerti, le loro caratteristiche e le specializzazioni sottese, in modo tale da consentire al consumatore di compiere una scelta economica consapevole anche in base al reale raggiungimento delle finalità garantite e alle proprie possibilità economiche.

Troppo spesso né su internet né attraverso altre fonti è possibile individuare le attestazioni della professionalità dell’insegnante che possano giustificare l’insegnamento di dette tecniche di business.

Tale situazione è contemplata all’interno del Codice del Consumo all’art. 20 il quale prevede che:

“Le pratiche commerciali che, pur raggiungendo gruppi più ampi di consumatori, sono idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico solo di un gruppo di consumatori chiaramente individuabile, particolarmente vulnerabili alla pratica o al prodotto cui essa si riferisce a motivo della loro infermità mentale o fisica, della loro età o ingenuità, in un modo che il professionista poteva ragionevolmente prevedere, sono valutate nell’ottica del membro medio di tale gruppo”.

Inoltre, tale pubblicità, essendo facilmente accessibile anche ai minori, integra una violazione ai sensi del Dlg n. 145/2009, il quale all’articolo 7 stabilisce che:

“E’ considerata ingannevole la pubblicità che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, abusa della loro naturale credulità o mancanza di esperienza”.

Alla luce di quanto esposto, è possibile ravvisare nei confronti di tali venditori offerenti i corsi in esame, gli elementi integranti della fattispecie di tentata truffa a danno dei consumatori ai sensi dell’art. 640 del Codice Penale.

Essendo questi corsi privi di contenuti utili per gli utenti e, nonostante ciò, venduti a prezzi spropositati, gli stessi costituiscono un vero e proprio artifizio e raggiro finalizzato ad ottenere un ingiusto profitto a danno dei consumatori.

Si può dunque affermare che essi rappresentano un subdolo espediente posto in essere per indurre i consumatori in errore circa la natura e i risultati ottenibili tramite i servizi offerti da tali soggetti, personalmente o attraverso le proprie società, inducendoli a pagare cospicue somme di denaro senza che possano godere in concreto di un qualche effettivo beneficio.

CONCLUSIONE

Quanto sopra indicato è la prova che l’attività di alcuni soggetti, a sostegno di quanto da noi ripetutamente affermato nel corso degli anni, operano sul mercato vendendo corsi in maniera fraudolenta e sono potenzialmente denunciabili per il reato di truffa.

Come community nata con lo scopo di prevenire e tutelare i consumatori, continueremo a combattere in prima linea contro chi sta rovinando il mondo della formazione arricchendosi in maniera potenzialmente fraudolenta contro tutti coloro che cercano un’opportunità attraverso il web e i social network ma che diventano poi ignari vittime di tali arrivisti senza scrupoli.

L’obiettivo di questo articolo è quello di farvi comprendere che, in qualità di consumatori, avete il dovere morale di denunciare qualcuno se riteniate di esser stati vittime di tali soggetti in quanto, come avete potuto verificare qui sopra, trattasi di vere e proprie pratiche commerciali ingannevoli spesso fraudolente.

Non abbiate paura. Fate valere i vostri diritti. Noi siamo qui per voi.



Norcia Alessandro

Analisi di HYPERFUND

Analisi termini e condizioni

Escluse le “privacy policy” ed il contratto di servizio che regola il rapporto tra cliente e venditore, consultabile solo dopo la registrazione al sito, non sono presenti termini e condizioni ufficiali.
Qui di seguito abbiamo elencato alcuni punti critici e/o inapplicabili a totale discapito degli utenti:

  • 8.2) Comprendi e accetti che, a causa delle esigenze di sviluppo aziendale, HyperFund si riserva il diritto di modificare unilateralmente, sospendere, limitare, terminare o ritirare tutto o parte del contenuto del servizio di questo servizio in qualsiasi momento senza alcun preavviso e gli utenti della piattaforma sono responsabili per eventuali rischi che ne derivano.
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  • 10.3) Comprendi e accetti che qualsiasi reclamo, richiesta o perdita, incluse ragionevoli spese legali, causate o sostenute da terzi in conseguenza della tua violazione del presente accordo o dei relativi termini di servizio, darà diritto a HyperFund e alle sue società partner, e società affiliate un adeguato compenso da parte tua, al fine di proteggerli da danni.
  • 11) Non rimborsabile.
    Il cliente comprende che una volta che l’abbonamento è stato acquistato non vi è alcuna rescissione del presente contratto e non verrà effettuato alcun rimborso.
  • 11.2) HyperFund ha il diritto di modificare i termini del presente accordo se necessario. È possibile trovare l’ultima versione dei termini del contratto nella pagina del servizio pertinente (non esiste tale pagina).
  • 12.4) I titoli di tutti i termini di questo accordo sono solo per comodità. Non hanno alcun significato effettivo e non possono essere utilizzati come base per interpretare il significato di questo accordo.

Da questi punti emerge come la società possa modificare termini e condizioni a proprio piacere e che ogni promotore si assume la totale responsabilità sul proprio operato; inoltre, per legge è obbligatorio fornire ai consumatori il diritto di recesso entro 15 giorni dall’acquisto: HyperFund non garantisce tale diritto al consumatore.

Ma è il punto successivo a rendere completamente nulli tutti i precedenti:

  • 12.5) Indipendentemente dal fatto che alcuni termini del presente contratto siano invalidi o inapplicabili, i restanti termini sono ancora validi e vincolanti per entrambe le parti. Questi termini possono essere non validi o non applicabili.

Ecco altre punti critici emersi:

  • Prendere la criptovaluta preventivata l’importo nella ricevuta di acquisto di ricevuta  dal cliente e, tramite attività di gestione della liquidità su più scambi, generare entrate per il cliente per un importo di HU da 1,5X a 3X, a seconda dell’appartenenza pacchetto gli acquisti del cliente e l’importo di criptovaluta trasferita al cliente

Da qui si evince che HuperFund raccoglie i fondi degli utenti e li “trada” in modo da garantire l’entrata stabilita (da 1.5x a 3x): ciò significa raccogliere e gestire fondi di terzi attraverso la vendita di un prodotto finanziario di cui è necessaria autorizzazione dall’ente di controllo finanziario, la Consob: la gestione di fondi attraverso società o persone fisiche non autorizzate è illegale.

  • L’acquisto del cliente dal Venditore avverrà con piena rivalsa nei confronti del Venditore, Nel caso in cui i servizi di gestione della liquidità e gli eventi di liquidità a tempo non producano rendimenti previsti, il Venditore assicurerà che le proiezioni dei ricavi siano soddisfatte liquidando i portafogli digitali del Venditore in eccesso di 100.000.000 di dollari.

Qui emerge che, laddove ci fossero problematiche legate al mercato o eventuali perdite, il venditore rimborserà il cliente solo se il portafoglio aziendale superi i 100 milioni di dollari.

  • Ora che sai cosa fare e cosa non fare, è ora si uscire e utilizzare i social media in modo pulito ed efficace per aiutarci a costruire la comunità blockchain più forte al mondo.

Con queste parole si chiude il contratto di servizio, dove si incitano gli utenti a condividere l’attività di HyperFund attraverso i social media con lo scopo di reclutare nuovi investitori.

Il consiglio che possiamo dare è che le vere intenzioni di un’azienda sono indicate nei termini e condizioni: se non sono presenti mancano i basilari principi di trasparenza e non dovete in alcun modo affidarvi a chi vi propone tale attività.


Colloquio con i leader di HyperFund

A seguito nostro colloquio avuto alcuni dei top promoter italiani di HyperFund ci è stato comunicato che la società annovera circa 2 milioni di investitori in tutto il mondo e che mediamente elargisce commissioni per 50 dollari al giorno a persona, per un totale di circa 100 milioni di dollari versati: parliamo di 3 miliardi di dollari distribuiti ogni mese.

Questi sono i punti salienti emersi:

  1. A domanda sui termini e condizioni riferiscono di non sapere nulla in merito alla parte legale.
  2. Alla richiesta di delucidazioni sull’attività di trading hanno dichiarato di non saperne nulla.
  3. A domanda su come fosse possibile che HyperFund distribuisse trimestralmente circa 9 miliardi di dollari quando, per lo stesso periodo, una società leader quotata in borsa come Coinbase fattura solo 2 miliardi di euro, non hanno fornito risposte inerenti al quesito rivolto.
  4. In merito alla richiesta su chi siano i responsabili hanno asserito che ci sono nomi di spicco tra cui Ryan Xu.
  5. Sulla richiesta di chi fosse Ryan Xu non sono stati in grado di fornire informazioni plausibili sul suo passato.
  6. In merito alle autorizzazioni richieste per operare sul territorio italiano hanno risposto che gli enti sono solo a favore delle banche e dei grossi istituti di credito a discapito dei privati.

Considerazioni di tipo legale

Considerato che l’operazione avente ad oggetto l’acquisto di pacchetti è stata presentata come un’opportunità di investimento in quanto è stata prospettata ai potenziali clienti la possibilità di impiegare una somma di denaro per ottenere rendite passive che sarebbero state corrisposte in proporzione al capitale versato dai clienti ed i rendimenti promessi sarebbero derivati dagli utili generati dall’attività di trading.

Considerato che, secondo la definizione fornita dall’articolo 1 comma 1 lettera T del TUF, per “offerta al pubblico di prodotti finanziari” deve intendersi “ogni comunicazione rivolta a persone, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti informazioni sulle condizioni dell’offerta e dei prodotti finanziari offerti così da mettere un investitore in grado di decidere di acquistare o di sottoscrivere tali prodotti finanziari, incluso il collocamento tramite soggetti abilitati”.

Considerato che la nozione di “investimento di natura finanziaria” implica la compresenza dei tre elementi:
1) un impiego di capitale
2) una promessa/aspettativa di rendimento di natura finanziaria
3) l’assunzione di un rischio direttamente connesso e correlato all’impiego di capitali

Considerato che alla sopra descritta opportunità di investimento è risultata aggiungersi la possibilità di percepire introiti attraverso lo svolgimento di un’attività di affiliazione e che gli utenti registrati sarebbero stati invitati a reclutare nuovi soggetti per ottenere guadagni ulteriori.

Considerato che viene promosso uno schema di vendita che offre all’utente la possibilità di guadagno derivanti dal reclutamento di ulteriori aderenti all’iniziativa e che tale schema è idoneo a veicolare l’offerta di prodotti finanziari anche presso il pubblico degli investitori italiani.

Considerato che, ai sensi dell’art 166 del TUF, è vietata la raccolta di capitali da parte di soggetti non autorizzati da Consob.

Considerato che, ai sensi dell’art. 101, comma 2, del dlgs. 58/1998 è vietata la diffusione di qualsiasi annuncio pubblicitario riguardante offerte al pubblico di prodotti finanziari diversi dagli strumenti finanziari comunitari.

Considerato che per vendere prodotti attraverso incaricati in Italia è obbligatoria l’apertura di una sede legale o un ufficio di rappresentanza fiscale sul territorio italiano, la comunicazione in Prefettura dei dati di ciascun incaricato e l’emissione del tesserino di riconoscimento.

Considerato che ai sensi della legge 173/2005 è vietata la promozione e la realizzazione di attività nelle quali l’incentivo economico dei componenti deriva dal reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi direttamente o attraverso altri componenti della struttura in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo pagamento di un corrispettivo.

Considerato che HyperFund non appare tra le società autorizzate dalla Consob alla raccolta di capitali, e che i promotori non possono pubblicizzare tale attività non possiamo far altro che dedurre che l’attività svolta in essere dalla società relazionata e dai promotori della stessa sia da considerarsi potenzialmente fraudolenta.


Considerazioni finali

La nostra analisi ci porta a definire HyperFund come un sistema economico truffaldino piramidale senza alcun progetto alle spalle che si regge in piedi grazie al reclutamento di nuove vittime portate all’interno del sistema promosso da soggetti non autorizzati.

Consigliamo ai risparmiatori di non aderire a tale progetto, a non investire capitali in tale attività, a sporgere denuncia presso le autorità competenti e segnalare a CONSOB attraverso il link:
Sistema per la compilazione ed invio on line degli Esposti – Home Page  | Esposti (consob.it)


Le informazioni utilizzate per questa analisi tecnica sono tratte dalla consultazione di siti e documenti ufficiali HyperFund (e relative attività connesse tra cui HyperCapital, HyperCash e HyperMining) ed in base alle normative vigenti.


Silvia Nello
Alessandro Norcia