Accordo con Federconsumatori Milano

UN ACCORDO STRATEGICO

L’associazione di promozione sociale Il gatto e la volpe nel web ha stipulato un accordo con FederConsumatori Milano, associazione che da oltre 30 anni opera con competenza e professionalità nella difesa dei diritti dei consumatori e che ha promosso molteplici iniziative tra incontri, dibattiti, conferenze, ricerche e campagne informative a livello locale, nazionale ed europeo.

Con questo strategico accordo stretto dai due rispettivi Presidenti, Alessandro Norcia e Carmelo Benenti, il gatto e la volpe nel web offrirà a tutti i suoi associati un supporto a 360 gradi, non solo in tema di educazione e formazione contro le truffe online, ma anche per garantirne la tutela da pratiche ingannevoli e scorrette in molteplici settori tra cui energia, acqua, turismo, trasporti, acquisti, salute e e-commerce.

Tutti gli associati de “il gatto e la volpe nel web” avranno la possibilità usufruire di un servizio unico nel suo genere ottenendo il tesseramento con Federconsumatori Milano ad una cifra simbolica di € 10,00 (e di un tariffario per l’assistenza convenzionato) al posto di € 40,00 l’anno.

Un ulteriore servizio messo a Vostra disposizione.


Clicca sul link di seguito per leggere l’accordo

Convenzione Federconsumatori MIlano – Ass. Il Gatto e La Volpe nel Web aps

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LA CASA DI “INFO-CARTA”

C’era una volta, circa un decennio fa, un piccolo gruppo di amici che ha deciso di copiare un modello di business presente da anni in America e che per primi lo hanno portato in Italia: stiamo parlando di quello che oggi è comunemente conosciuto come Info Business.

Per praticità da adesso in poi questi soggetti li chiameremo simpaticamente info-paper.

Ma chi sono questi info-paper? Se pensate essi siano degli Einstein della comunicazione o imprenditori di successo vi sbagliate di grosso: uno lavorava in albergo, un altro faceva il venditore porta a porta, un altro ancora giocava a fare l’imprenditore fallendo a destra e sinistra chiudendo società su società: signori nessuno senza alcuna competenza o esperienza nel settore del marketing e dell’imprenditoria che hanno riprodotto un modello teorico che funzionava (forse) negli Stati Uniti ma che non hanno mai testato o messo in pratica in Italia.

Il loro obiettivo non era affatto quello di riprodurre tale metodo e portare valore al mercato ma di provare a venderlo cercando di lucrare il più possibile per meri interessi personali.

Insegnanti? Formatori? Professionisti? No.
Semplicemente venditori di informazioni.

Con il passare degli anni però, non avendo mai avuto alcuna esperienza sul campo, questi soggetti non hanno fatto altro che arrecare danni al mercato: la maggior parte dei loro follower (imprenditori, professionisti e molti, moltissimi opportunity seeker, successivamente rinominati “studenti”) hanno speso soldi su soldi per seguire i loro seminari e comprare i loro corsi ottenendo pochi risultati tangibili: e quando si entrava nello specifico o nel tecnico e si cercavano risposte, da questi “espertoni” non si sono mai ottenute reali soluzioni o consigli pratici.

Da qui ecco le prime lamentele e per i nostri info-paper iniziarono i primi problemi: per mettere a freno le male lingue, evitare che qualcuno parlasse male di loro e per stroncare sul nascere ogni possibile negazione, tutti coloro che si lamentavano venivano etichettati come falliti:

“Se ce l’abbiamo fatta noi e loro no, la colpa è esclusivamente la loro che non hanno saputo mettere in pratica i nostri insegnamenti”.

Col passare del tempo però, le persone che si fidarono ed affidarono ciecamente agli info-paper, iniziarono a comprendere che dietro le loro parole ed il loro modo di comunicare non vi era nulla di concreto ma solo aria fritta ed i feedback negativi aumentarono sempre più: così, per evitare questo incessante passaparola negativo, i protagonisti di questa storia coniarono il termine hater:

“Siccome loro sono invidiosi del nostro successo allora parlano male di noi”.

Passa altro tempo ed essendo privi di etica e valori, questi venditori di fuffa iniziarono ad esser seguiti sempre meno da imprenditori e professionisti ma sempre più da arrivisti tali e quali a loro: persone senza competenze, e soprattutto senza scrupoli, che li presero come punto di riferimento per imparare le loro tecniche di manipolazione ed arricchirsi alle spalle del prossimo.

E per farlo avevano un solo modo: emulare le loro gesta. Così, un branco di “sciacalli”, iniziò a copiare le loro strategie e a metterle in pratica.

Molti di loro erano già conosciuti in passato per aver accumulato ingenti somme di danaro, ma solo grazie alla promozione di truffe e schemi Ponzi: purtroppo però, continuare a truffare per troppo tempo restando perennemente invisibili non era affatto semplice quindi la strada del coaching e della formazione diventò la via maggiormente percorsa da questi cialtroni.

Inizialmente si affiliarono agli info-paper per rivendere i loro info prodotti ed ottenere anch’essi qualche briciola in più dalla torta: uno lo han promosso a “numero 1 del copy”, l’altro a “numero 1 del marketing”, un altro a “numero 1 della comunicazione”, un altro ancora a “numero 1 del posizionamento online” e così via.

Più il mercato cresceva e le possibilità di guadagno aumentavano, più il numero degli adepti incrementava sempre più.

Con il passare del tempo però, ai secondi arrivati le briciole non bastarono più e cominciarono a staccarsi dai loro mentori per intraprendere un proprio percorso di formazione personale ed accaparrarsi la fetta di torta più grande: tutto questo però andava a “cozzare” con gli interessi degli info-paper che videro la propria fetta diventare sempre più piccola.

Fin quando gli adepti avevano fatto parte della loro cricca tutto andava bene; venivano elogiati come giovani rampolli con un futuro radioso e come esempi da seguire; ma quando questi ultimi si distaccarono, gli info-paper iniziarono a denigrarli (proprio loro che per anni dissero che parlar male degli altri era solo un comportamento da hater) e, tra di loro, iniziarono a dirsene di tutti i colori.

Purtroppo questa guerra tra guru portò solo scompigli arrecando loro danni economici e di immagine; così firmarono una sorta di “tacito armistizio” trovando un’accordo per spartirsi i polli da spennare:

“Io pubblicizzo te, numero uno del network marketing, tu pubblicizzi me, numero uno del coaching”; oppure: “Io pubblicizzo il tuo corso sul posizionamento digitale, tu pubblicizzi il mio sul trading online”; o ancora: “Io pubblicizzo il tuo corso su come fare soldi con Amazon, tu pubblicizzi il mio su come guadagnare con le criptomonete”, e così via.

Purtroppo, o per fortuna, oggi siamo arrivati in un periodo storico in cui il castello di carta che questi soggetti crearono anni fa, oggi gli si sta sgretolando sotto i piedi.

Il motivo per cui sta accadendo ciò è molto semplice: se da un lato, grazie al web, gli info-paper sono riusciti a far crescer sempre più il proprio pollaio, parallelamente anche gli sciacalli si sono moltiplicati a vista d’occhio.

Fino a quando c’erano tanti polli e pochi sciacalli vi era cibo per tutti ma adesso che il numero degli sciacalli è aumentato l’unico modo che hanno per sopravvivere è farsi la guerra l’un l’altro.

E questa situazione sta generando un problema enorme per le loro tasche perché se inizialmente erano solo in pochi a spartirsi il mercato degli info prodotti oggi gli info-paper sono diventati a migliaia.

Come naturale conseguenza, i loro portafogli stanno lentamente ed inesorabilmente iniziando a svuotarsi; e siccome non hanno mai avuto alcuna competenza in nessun campo, se non attraverso la vendita di info prodotti, l’unico modo che oggi hanno per poter mantenere un determinato stile di vita, è tornare a fare ciò che facevano originariamente: ingannare il prossimo. Il brutto di questa storia?

Purtroppo questi personaggi usano le proprie “capacità comunicative” per reclutare migliaia di utenti a fare spesso investimenti illegali, dai quali lucreranno esorbitanti commissioni, e a spingerli sempre più ad acquistare i propri info prodotti anche attraverso pubblicità ingannevoli: ed essendo considerati come esperti imprenditori e comunicatori, le persone sono maggiormente propense a seguirli e ad investire i propri capitali in piattaforme scam o inutili corsi.

Per fortuna però, il bicchiere mezzo vuoto è allo stesso tempo anche mezzo pieno e in tutto ciò vi è una buona notizia.

Siccome noi tutto questo lo avevamo previsto, e sapevamo che, prima o poi, questi guru del web sarebbero tornati a fare ciò che meglio sanno fare, cioè ingannare il prossimo, in questi ultimi anni, grazie anche alle vostre segnalazioni che ci hanno permesso di ricostruire la vera storia di alcuni cialtroni (quella reale, da dove arrivano veramente, non le favolette che raccontano in articoli e publiredazionali a pagamento) stiamo ricostruendo i loro curriculum per portare alla vostra attenzione le verità nascoste su questi personaggi affinchè impariate a riconoscere i veri professionisti da questi info-paper senza etica e valori.

Abbiamo già fatto delle inchieste smascherandone alcuni e continueremo ad aprire i loro armadi per scoprire ulteriori scheletri nascosti mostrandovi la verità.

Prima o poi riusciremo a far crollare la loro casa di carta, o meglio, di info-carta e rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.

Associazione
Il gatto e la volpe nel web

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Analisi di HYPERFUND

Analisi termini e condizioni

Escluse le “privacy policy” ed il contratto di servizio che regola il rapporto tra cliente e venditore, consultabile solo dopo la registrazione al sito, non sono presenti termini e condizioni ufficiali.
Qui di seguito abbiamo elencato alcuni punti critici e/o inapplicabili a totale discapito degli utenti:

  • 8.2) Comprendi e accetti che, a causa delle esigenze di sviluppo aziendale, HyperFund si riserva il diritto di modificare unilateralmente, sospendere, limitare, terminare o ritirare tutto o parte del contenuto del servizio di questo servizio in qualsiasi momento senza alcun preavviso e gli utenti della piattaforma sono responsabili per eventuali rischi che ne derivano.
  • 10.2) Comprendi e accetti che HyperFund ha il diritto di emettere sanzioni per violazioni delle leggi e dei regolamenti pertinenti, o del presente accordo; intraprendere azioni legali appropriate contro chiunque violi leggi e regolamenti; e conservare le informazioni rilevanti da riferire ai dipartimenti competenti in conformità con le leggi e i regolamenti. L’utente della piattaforma si assume tutte le responsabilità legali che ne derivano.
  • 10.3) Comprendi e accetti che qualsiasi reclamo, richiesta o perdita, incluse ragionevoli spese legali, causate o sostenute da terzi in conseguenza della tua violazione del presente accordo o dei relativi termini di servizio, darà diritto a HyperFund e alle sue società partner, e società affiliate un adeguato compenso da parte tua, al fine di proteggerli da danni.
  • 11) Non rimborsabile.
    Il cliente comprende che una volta che l’abbonamento è stato acquistato non vi è alcuna rescissione del presente contratto e non verrà effettuato alcun rimborso.
  • 11.2) HyperFund ha il diritto di modificare i termini del presente accordo se necessario. È possibile trovare l’ultima versione dei termini del contratto nella pagina del servizio pertinente (non esiste tale pagina).
  • 12.4) I titoli di tutti i termini di questo accordo sono solo per comodità. Non hanno alcun significato effettivo e non possono essere utilizzati come base per interpretare il significato di questo accordo.

Da questi punti emerge come la società possa modificare termini e condizioni a proprio piacere e che ogni promotore si assume la totale responsabilità sul proprio operato; inoltre, per legge è obbligatorio fornire ai consumatori il diritto di recesso entro 15 giorni dall’acquisto: HyperFund non garantisce tale diritto al consumatore.

Ma è il punto successivo a rendere completamente nulli tutti i precedenti:

  • 12.5) Indipendentemente dal fatto che alcuni termini del presente contratto siano invalidi o inapplicabili, i restanti termini sono ancora validi e vincolanti per entrambe le parti. Questi termini possono essere non validi o non applicabili.

Ecco altre punti critici emersi:

  • Prendere la criptovaluta preventivata l’importo nella ricevuta di acquisto di ricevuta  dal cliente e, tramite attività di gestione della liquidità su più scambi, generare entrate per il cliente per un importo di HU da 1,5X a 3X, a seconda dell’appartenenza pacchetto gli acquisti del cliente e l’importo di criptovaluta trasferita al cliente

Da qui si evince che HuperFund raccoglie i fondi degli utenti e li “trada” in modo da garantire l’entrata stabilita (da 1.5x a 3x): ciò significa raccogliere e gestire fondi di terzi attraverso la vendita di un prodotto finanziario di cui è necessaria autorizzazione dall’ente di controllo finanziario, la Consob: la gestione di fondi attraverso società o persone fisiche non autorizzate è illegale.

  • L’acquisto del cliente dal Venditore avverrà con piena rivalsa nei confronti del Venditore, Nel caso in cui i servizi di gestione della liquidità e gli eventi di liquidità a tempo non producano rendimenti previsti, il Venditore assicurerà che le proiezioni dei ricavi siano soddisfatte liquidando i portafogli digitali del Venditore in eccesso di 100.000.000 di dollari.

Qui emerge che, laddove ci fossero problematiche legate al mercato o eventuali perdite, il venditore rimborserà il cliente solo se il portafoglio aziendale superi i 100 milioni di dollari.

  • Ora che sai cosa fare e cosa non fare, è ora si uscire e utilizzare i social media in modo pulito ed efficace per aiutarci a costruire la comunità blockchain più forte al mondo.

Con queste parole si chiude il contratto di servizio, dove si incitano gli utenti a condividere l’attività di HyperFund attraverso i social media con lo scopo di reclutare nuovi investitori.

Il consiglio che possiamo dare è che le vere intenzioni di un’azienda sono indicate nei termini e condizioni: se non sono presenti mancano i basilari principi di trasparenza e non dovete in alcun modo affidarvi a chi vi propone tale attività.


Colloquio con i leader di HyperFund

A seguito nostro colloquio avuto alcuni dei top promoter italiani di HyperFund ci è stato comunicato che la società annovera circa 2 milioni di investitori in tutto il mondo e che mediamente elargisce commissioni per 50 dollari al giorno a persona, per un totale di circa 100 milioni di dollari versati: parliamo di 3 miliardi di dollari distribuiti ogni mese.

Questi sono i punti salienti emersi:

  1. A domanda sui termini e condizioni riferiscono di non sapere nulla in merito alla parte legale.
  2. Alla richiesta di delucidazioni sull’attività di trading hanno dichiarato di non saperne nulla.
  3. A domanda su come fosse possibile che HyperFund distribuisse trimestralmente circa 9 miliardi di dollari quando, per lo stesso periodo, una società leader quotata in borsa come Coinbase fattura solo 2 miliardi di euro, non hanno fornito risposte inerenti al quesito rivolto.
  4. In merito alla richiesta su chi siano i responsabili hanno asserito che ci sono nomi di spicco tra cui Ryan Xu.
  5. Sulla richiesta di chi fosse Ryan Xu non sono stati in grado di fornire informazioni plausibili sul suo passato.
  6. In merito alle autorizzazioni richieste per operare sul territorio italiano hanno risposto che gli enti sono solo a favore delle banche e dei grossi istituti di credito a discapito dei privati.

Considerazioni di tipo legale

Considerato che l’operazione avente ad oggetto l’acquisto di pacchetti è stata presentata come un’opportunità di investimento in quanto è stata prospettata ai potenziali clienti la possibilità di impiegare una somma di denaro per ottenere rendite passive che sarebbero state corrisposte in proporzione al capitale versato dai clienti ed i rendimenti promessi sarebbero derivati dagli utili generati dall’attività di trading.

Considerato che, secondo la definizione fornita dall’articolo 1 comma 1 lettera T del TUF, per “offerta al pubblico di prodotti finanziari” deve intendersi “ogni comunicazione rivolta a persone, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti informazioni sulle condizioni dell’offerta e dei prodotti finanziari offerti così da mettere un investitore in grado di decidere di acquistare o di sottoscrivere tali prodotti finanziari, incluso il collocamento tramite soggetti abilitati”.

Considerato che la nozione di “investimento di natura finanziaria” implica la compresenza dei tre elementi:
1) un impiego di capitale
2) una promessa/aspettativa di rendimento di natura finanziaria
3) l’assunzione di un rischio direttamente connesso e correlato all’impiego di capitali

Considerato che alla sopra descritta opportunità di investimento è risultata aggiungersi la possibilità di percepire introiti attraverso lo svolgimento di un’attività di affiliazione e che gli utenti registrati sarebbero stati invitati a reclutare nuovi soggetti per ottenere guadagni ulteriori.

Considerato che viene promosso uno schema di vendita che offre all’utente la possibilità di guadagno derivanti dal reclutamento di ulteriori aderenti all’iniziativa e che tale schema è idoneo a veicolare l’offerta di prodotti finanziari anche presso il pubblico degli investitori italiani.

Considerato che, ai sensi dell’art 166 del TUF, è vietata la raccolta di capitali da parte di soggetti non autorizzati da Consob.

Considerato che, ai sensi dell’art. 101, comma 2, del dlgs. 58/1998 è vietata la diffusione di qualsiasi annuncio pubblicitario riguardante offerte al pubblico di prodotti finanziari diversi dagli strumenti finanziari comunitari.

Considerato che per vendere prodotti attraverso incaricati in Italia è obbligatoria l’apertura di una sede legale o un ufficio di rappresentanza fiscale sul territorio italiano, la comunicazione in Prefettura dei dati di ciascun incaricato e l’emissione del tesserino di riconoscimento.

Considerato che ai sensi della legge 173/2005 è vietata la promozione e la realizzazione di attività nelle quali l’incentivo economico dei componenti deriva dal reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi direttamente o attraverso altri componenti della struttura in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo pagamento di un corrispettivo.

Considerato che HyperFund non appare tra le società autorizzate dalla Consob alla raccolta di capitali, e che i promotori non possono pubblicizzare tale attività non possiamo far altro che dedurre che l’attività svolta in essere dalla società relazionata e dai promotori della stessa sia da considerarsi potenzialmente fraudolenta.


Considerazioni finali

La nostra analisi ci porta a definire HyperFund come un sistema economico truffaldino piramidale senza alcun progetto alle spalle che si regge in piedi grazie al reclutamento di nuove vittime portate all’interno del sistema promosso da soggetti non autorizzati.

Consigliamo ai risparmiatori di non aderire a tale progetto, a non investire capitali in tale attività, a sporgere denuncia presso le autorità competenti e segnalare a CONSOB attraverso il link:
Sistema per la compilazione ed invio on line degli Esposti – Home Page  | Esposti (consob.it)


Le informazioni utilizzate per questa analisi tecnica sono tratte dalla consultazione di siti e documenti ufficiali HyperFund (e relative attività connesse tra cui HyperCapital, HyperCash e HyperMining) ed in base alle normative vigenti.


Silvia Nello
Alessandro Norcia

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L’EFFETTO GURU NELL’ECONOMIA

Dopo il servizio delle Iene su Mirco Scarcella, abbiamo sentito molte persone scagliarsi contro i “clienti” dello Scarcella ed in generale, anche degli altri “Fuffa guru” del web.

Provando ad assolvere i fuffa guru che pescano polli che li strapagano e che “vogliono” essere fregati, i problemi non sono solo i danni diretti arrecati ai clienti, ma anche i potenziali danni indiretti generati all’interno del sistema economico.

Vediamo uno scenario ipotetico!

– Il FuffaGuru promuove Mister X come un grande stratega nel settore economico ad industriale.
– Il proprietario di una società o di un negozio mette nelle mani di Mister X il futuro della propria azienda. 
– Il FuffaGuru promuove le grandi strategie di Mister X fino a coinvolgere investitori e dipendenti, che magari accettano di convertire il TFR finanziando l’ipotetica rinascita della fabbrica.

Dopo poco tempo però, a causa dell’incompetenza di Mister X l’azienda stessa entra in crisi!

– L’attività si ferma
– I fondi spariscono
– I TFR non si trovano più.
– I finanziamenti (magari anche pubblici) scompaiono.
– Gli enti si attivano (fino al possibile ottenimento della cassa integrazione).
– Il proprietario della società dichiara fallimento.

Risultato?

– Un’azienda in fallimento
– Dipendenti senza un lavoro
– Famiglie dei dipendenti in mezzo alla strada.
– Soldi pubblici sperperati.
– Un mister X che perde la credibilità di fronte al mercato.
– Un fuffa guru che cerca nuovi imprenditori da ingannare.

Il fenomeno del Fuffa Guru è una piaga sociale che sta prendendo sempre più piede in Italia, un tumore che si sta espandendo sempre più anche all’interno del sistema economico e finanziario e deve essere debellato il più presto possibile.

Le autorità devono intervenire affinché si possa regolamentare il settore della formazione introducendo leggi severe implementandole a quelle già presenti come la truffa e le pratiche commerciali scorrette.

 

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REGOLAMENTIAMO IL NM!

Una domanda che spesso ci poniamo è la seguente:

Allo Stato Italiano conviene mantenere lo stato delle cose nel mondo delle vendite dirette e dell’industria del multi level marketing?

Per noi de “il gatto e la volpe nel web” la risposta è NO!

Ed il motivo è il seguente:

Il mondo delle vendite dirette e del MLM genera, secondo i dati delle associazioni di categoria, circa 4,5 miliardi di euro all’anno; considerando le aziende non iscritte e quelle con sedi estere, cioè quelle non tassate in Italia, possiamo ipotizzare un totale di 15 / 20 miliardi annui.

Cosa scappa dalle imposte?
1- L’IVA sulle vendite
2- Le imposte sul reddito dei collaboratori (e già qui si parla di miliardi)
3- L‘elusione che alcune aziende favoriscono vendendo i prodotti come autoconsumo invece che come vendite al dettaglio.

Già. Perché questo sotterfugio permette di abbassare sia il fatturato aziendale che la tassazione da una parte dei compensi ai collaboratori.

Consideriamo quelle realtà che convertono i compensi ai propri collaboratori in “coin” utilizzabili per sconti o per acquistare prodotti e servizi.

Per non parlare delle società di cui i pagamenti vengono effettuati con “gift-card”, che poi risultano come omaggi o gift, ovviamente non tassati!

E come non parlare delle aziende con sedi estere che pagano i collaboratori estero su estero e al lordo delle imposte lasciando spesso dei soggetti sprovveduti nella malaugurata ipotesi di doversi confrontare con il fisco; magari non solo per le imposte non pagate, ma anche per vere e proprie operazioni di riciclaggio!

Vogliamo aggiungere quei soggetti che hanno acquistato veri e propri siti di e-commerce senza nessuna autorizzazione commerciale, che pur vendendo poco o pochissimo, ma essendo migliaia, costituiscono una rete di “spacciatori” di prodotti, spesso non conformi al servizio di “pusher” che se ne stanno tranquillamente all’estero, senza pagare imposte e mandando allo sbaraglio inconsapevoli venditori.

Senza contare che dietro ad alcuni dropshipper si celano vendite di prodotti contraffatti, magari di aziende italiane con un doppio danno, anche erariale!

Aggiungiamo ancora quel mondo di micro-influencers che acquistano pacchetti pubblicitari per farsi pubblicità delle proprie attività da soggetti che nella quasi totalità hanno sedi in paradisi fiscali.

E non tralasciamo anche le operazioni di vendita di info-prodotti attraverso corsi e materiali formativi; anche in questo caso spesso promossi e venduti da soggetti privi di una posizione fiscale.

Riteniamo che questa situazione sia dovuta ad una legislazione obsoleta e miope, che ha lasciato nelle mani dei funzionari impreparati l’onere di concedere le autorizzazioni allo svolgimento di attività commerciali che poi di fatto non possono verificare e sorvegliare.
Facciamo riferimento alle vendite online ed alle vendite porta a porta; è semplice ottenere una autorizzazione commerciale, ma quali possibilità ha un’amministrazione di verificare il corretto svolgimento dell’attività, come è possibile controllare la conformità dei prodotti venduti, come possono controllare il corretto svolgimento delle procedure commerciali e la tutela dei consumatori?

È molto difficile ipotizzare una perdita per lo Stato in termini di imposte, ma ipotizzare svariate centinaia di milioni di euro non è per nulla un dato utopico.

Queste attività generano milioni e milioni di euro di compensi che supportano molte famiglie e potrebbero rappresentare un reale sostegno a soggetti in difficoltà: una integrazione al reddito che si avvale di una fiscalità agevolata.

E’ per questo che siamo sempre più convinti che un’attività come ad esempio quella del networker andrebbe certificata e tutelata da un ente riconosciuto e che un’industria come quella del network marketing debba essere tutelata e ripulita dall’interno.

E’ per questo che siamo convinti che lo Stato italiano debba intervenire sia per non perdere capitali sia per regolamentare che per legislare un settore che macina miliardi.

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SIAMO ARRIVATI IN RADIO!

Siamo orgogliosi di comunicarvi che la nostra community
IL GATTO E LA VOLPE NEL WEB è arrivata addirittura in radio!

Un ringraziamento speciale a Radio Lombardia e al programma
Live Social per aver voluto condividere ciò che stiamo cercando di portare nel web per dare il nostro contributo a livello sociale.


CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERA INTERVISTA

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“CRIPTO” RICICLAGGIO

Il Governo ha già previsto nel decreto legislativo del 25 maggio 2017 n. 90 (che ha rafforzato la normativa italiana antiriciclaggio) che i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale debbano assolvere agli obblighi antiriciclaggio per evitare che le transazioni effettuate con le cripto valute possano essere utilizzate per fini illegali

L’iniziativa mira a realizzare una prima rilevazione sistematica del fenomeno, a partire dalla consistenza numerica degli operatori del settore che, a regime, dovranno a iscriversi in uno speciale registro tenuto dall’Oam, l’Organismo degli agenti e dei mediatori, per poter esercitare la loro attività sul territorio nazionale.

Provate ad immaginare quanti “pseudo business” legati alle “pseudocrypto” saranno definitivamente considerati illegali

Via tutti i ciarlatani e gli “espertoni” senza abilitazioni e certificazioni!

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Annuncio di lavoro anonimo illegale

Sono vietate comunicazioni, a mezzo stampa, internet, televisione o altri mezzi di informazione, in qualunque forma effettuate, relative ad attività di ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale, intermediazione o somministrazione effettuate in forma anonima e comunque da soggetti, pubblici o privati, non autorizzati o accreditati all’incontro tra domanda e offerta di lavoro eccezion fatta per quelle comunicazioni che facciano esplicito riferimento ai soggetti in questione, o entità ad essi collegate perché facenti parte dello stesso gruppo di imprese o in quanto controllati o controllanti, in quanto potenziali datori di lavoro.

Art. 9, D.Lgs. n. 276/2003

L’Ordinanza della Cassazione chiarisce negli annunci di lavoro quando il committente  è illegale.

Con l’Ordinanza n. 14249/2019 la Corte di Cassazione ha chiarito quando, ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs n. 276/2003, sono illegali gli annunci di lavoro pubblicati senza indicazione dell’azienda committente , nella fase di selezione del personale, a garanzia della trasparenza del mercato del lavoro e del pieno rispetto delle norme poste a tutela della protezione dei dati personali (d.lgs. 196 del 2003).

Anche online, ed attraverso i social network, non è possibile redigere annunci in forma anonima senza specificare il nome della società con la quale si detiene un rapporto di collaborazione per cui si ha il permesso di sponsorizzarne l’attività.

Gli editori, i direttori responsabili ed i gestori di siti sui quali siano pubblicati annunci in violazione delle disposizioni di cui sopra sono puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria che varia da 4000 a 12000 euro.

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MARKETING OCCULTO

Gruppi segreti su Facebook usati per strategie di marketing occulto.

È questa la grande scoperta fatta dall’Autorità Garante della concorrenza del mercato esaminando l’attività di alcune aziende.

Dalle indagini dell’Agcm, si è accertato che queste società commercializzano integratori alimentari e prodotti sostitutivi dei pasti con modalità di promozione ingannevoli e non trasparenti, in violazione del Codice del Consumo, incentivando la condivisione di esperienze di consumo non necessariamente autentiche.

Come avveniva questo genere di attività? Sfruttando le pagine e i gruppi Facebook, alcuni venditori, nelle vesti di consumatori, raccontavano false esperienze di consumo mettendo in evidenza i benefici dei prodotti.

Un altro aspetto sul quale si è soffermata l’attenzione dell’Autorità è stata l’ingannevolezza delle informazioni diffuse sulle caratteristiche principali dei prodotti e dei risultati che si possono attendere dal loro utilizzo, soprattutto in termini di efficacia dimagrante e curativa, promettendo che con l’assunzione dei prodotti in esame sia possibile guarire da talune patologie o ottenere notevoli cali ponderali in poco tempo.

A seguito delle sue osservazioni, l’AGCM ha sottolineato che in un ambiente virtuale, come quello di Facebook è necessario che i ruoli di venditore e consumatore siano ben definiti e riconoscibili e, di conseguenza, il professionista deve adottare tutte le misure necessarie perché non si creino confusioni.  Tali aziende debbano quindi esercitare una specifica cautela nelle indicazioni date ai propri affiliati ed effettuare un controllo esteso del loro operato, con l’applicazione di sanzioni disincentivanti.

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UNA GRAN RECENSIONE

Siamo orgogliosi di comunicarvi che una nota influencer italiana ha pubblicato, sul proprio profilo Facebook, un post dove invita le persone a seguire il nostro straordinario gruppo per il lavoro che stiamo svolgendo contro le truffe e le pratiche ingannevoli che circondano il mondo del web.

SELVAGGIA LUCARELLI

Una persona che nei mesi precedenti ha finalmente scoperto il vaso di Pandora dal quale sono uscite le nefandezze che si nascondono all’interno di alcune società nel settore del Multi Level Marketing.

Un’inchiesta, la sua, che ha dato coraggio a migliaia di incaricati e incaricate nel settore, che hanno denunciato ciò che veniva imposto loro di fare all’interno di gruppi segreti, creati ad hoc per generare un vero e proprio sistema ingannevole, dove i vertici di questo gruppo si arricchivano alle spalle delle persone, imbrogliate e manipolate a svolgere l’attività con modalità davvero vergognose.

Persone che sono state letteralmente cancellate da conoscenti e amici; relazioni amichevoli e sentimentali rovinate da una setta che ha inculcato loro un falso concetto di libertà economica, dove venivano promossi i lauti guadagni di chi ha creato questa catena infernale, dalla quale uscirne, come conseguenza avrebbe recato dei problemi sia dal punto di vista sociale che umano.

Per fortuna però, la giustizia ed il karma hanno fatto il suo corso.

La società in questione è stata multata con una sanzione di 1 milione di euro per pratiche commerciali scorrette, ed il gruppo che ha rovinato l’immagine aziendale e creato danni sia a livello economico e sociale a migliaia di famiglie in tutta Italia, è stato espulso.

GRAZIE SELVAGGIA
per aver apprezzato e condiviso il nostro lavoro

GRAZIE SELVAGGIA
per tutto quello che hai fatto per tante persone

 

 

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